Comunicato Stampa del 24/04/2015
Oggetto: COLDIRETTI DI CHI STA FACENDO GLI INTERESSI?
a
cura del Movimento Terra Bellunese
|
Il
Movimento Terra Bellunese ha recentemente inviato ai 67 Comuni della Provincia
di Belluno la propria proposta di Regolamento sull'utilizzo dei prodotti
fitosanitari (PF), sottoscritta da varie e importanti realtà associative
del nostro territorio, con la quale è stato chiesto alle Amministrazioni un
preciso impegno in tale senso.
Per
tutta risposta, con una lettera indirizzata ai Comuni Bellunesi, si è inserita nel
dibattito la Federazione Coldiretti Provinciale di Belluno, per bocca del
proprio Presidente Silvano Dal Paos, il quale ha chiesto alle
Amministrazioni Comunali di non dare seguito alla proposta di Regolamento del
Movimento TB.
L'Associazione
di categoria, citando i dati ISTAT e il Rapporto FAS, argomenta che in
Provincia di Belluno l'impiego di prodotti fitosanitari tossici e molto tossici
in agricoltura è diminuito drasticamente, e sussistendo già un Piano di
Azione Nazionale (PAN) che regolamenta la materia, non avrebbe senso
introdurre restrizioni, in quanto l'agricoltura bellunese non avrebbe “bisogno
di ulteriori vincoli rispetto a quelli che già madre natura le ha dato”.
La risposta di Coldiretti ci
trova in totale disaccordo. Sebbene la Provincia di Belluno possa ancora
dirsi in alcuni luoghi un'oasi di biodiversità, il Rapporto ISPRA-Ministero
dell'Ambiente individua una serie di criticità legate al massiccio uso di PF in
agricoltura, tra cui i preoccupanti livelli di pesticidi nelle acque
superficiali nei territori limitrofi alla Provincia di Belluno (63,9%
complessivamente in Veneto e addirittura 100% in Provincia di Bolzano).
Inoltre autorevoli rapporti
internazionali (ISDE) sottolineano la correlazione tra patologie come
asma, allergie, tumori e malattie degenerative con l'uso dei PF.
È chiaro che osteggiare a priori
l'adozione di questi utili strumenti da parte delle Amministrazioni Comunali
significa sottovalutare le conseguenze sull'ambiente e sulla salute umana
che possono derivare dall'uso indiscriminato di questi prodotti. Il Piano
di Azione Nazionale è un atto di indirizzo e da solo non è sufficiente a
proteggere questi beni comuni.
Inoltre l'adozione di Regolamenti
Comunali corrisponde ad attuare i principi di precauzione e prevenzione,
per evitare di dover intervenire quando la situazione sarà già diventata
critica.
Non si
tratta di essere fondamentalisti, ma di voler stimolare il dialogo su un
importante problematica, senza che i Regolamenti siano a priori accusati di
essere inutili.
Ci sono inoltre molte altre
problematiche legate all'insediamento di colture intensive che non vanno
sottovalutate: la prima fra queste riguarda l'aumento dei prezzi dei terreni
e il fatto che gli agricoltori locali troveranno più conveniente vendere, o
comunque non saranno più in grado di acquistare e di competere con investitori
che appartengono a economie agricole molto più forti. Senza contare le opportunità
perse, come la possibilità di sviluppare un turismo legato alle valenze
ambientali uniche delle nostre zone.
La posta in gioco è alta e la presa
di posizione di Coldiretti è eccessivamente semplicistica. Ci chiediamo quindi:
si tratta di ingenuità o di altro?
Per chi volesse il testo integrale della nostra lettera alle amministrazione e per conoscenza a Coldiretti può scaricarla da Google Drive all'indirizzo: Lettera risposta Coldiretti 25_04_15
e allegato 25_04_15
Per chi volesse il testo integrale della nostra lettera alle amministrazione e per conoscenza a Coldiretti può scaricarla da Google Drive all'indirizzo: Lettera risposta Coldiretti 25_04_15
e allegato 25_04_15
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